The show must go on
di Lorenzo Gioli
È ufficiale: Joe Biden sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti. E non per merito suo. Nel corso dei suoi 77 anni di vita, Sleepy Joe si è candidato per due volte alle primarie democratiche - la prima nel 1988, la seconda nel 2008 - senza mai essere eletto. A trentadue anni dalla sua prima candidatura, stavolta i Democratici lo hanno scelto per quel suo atteggiamento dialogante e moderato che sperano faccia breccia nell'elettorato centrista, spaventato dall'arroganza del Tycoon. Quella della Sinistra americana sembra però un'operazione di facciata. Infatti, è probabile che a causa dell'età Biden non concluda il mandato di quattro anni e che al suo posto subentri Kamala Harris, vicina a Bernie Sanders e all'ala più radicale del Partito democratico. Su di lei The Donald ha speso parole durissime, definendola "il cavallo di Troia, la porta di accesso alla Casa Bianca della frangia socialista e comunista del Partito democratico".
Una cosa è certa: gli elettori non hanno votato per Biden, ma contro Trump. Quest'ultimo ha diviso gli Stati Uniti, attirando su di sé l'amore e l'odio di due Americhe assai diverse fra loro: l'America dell'establishment e dei salotti liberal, di cui Biden è esponente (ricordiamo la sua vicepresidenza al fianco di Obama), e l'America della cosiddetta upper class che unisce borghesia diseredata e classe operaia, saldate in un unico fronte conservatore che di certo non perirà con la vittoria dei Dem. Difficilmente Trump si ricandiderà alle prossime presidenziali, eppure il Trumpismo come rivoluzione culturale è destinato a durare. In un'intervista al Quotidiano Nazionale del 7 novembre, il politologo Alessandro Campi ha addirittura pronosticato la discesa in campo della figlia Ivanka. Oltreoceano si muove qualcosa: una Destra insieme libertaria e patriottica, irriverente, politicamente scorrettissima. Una Destra alla Henry Callaghan, il mitico poliziotto interpretato da Clint Eastwood che pur detestando il sistema e le sue ipocrisie si batte per difenderlo all'insegna del vecchio motto law and order.
Nei suoi quattro anni alla Casa Bianca, il Tycoon ha certamente commesso degli errori: pensiamo ai tweet cancellati e alle molte gaffes comunicative. Tuttavia, tralasciando la forma e andando alla sostanza, The Donald ha favorito il ceto medio, rilanciando l'economia statunitense. E se ne vedono i risultati: si calcola che negli ultimi quattro mesi la ricchezza americana sia cresciuta del 30%. Inoltre, per quanto riguarda la gestione Covid, da molti considerata fallimentare, vorrei segnalare un dato: la percentuale di morti per Coronavirus negli Usa è quasi equivalente a quella italiana: lo 0,06% del nostro Paese contro lo 0,07% degli Stati Uniti. Forse la carriera politica dell'uomo Trump è giunta al termine. La sua eredità no. Con buona pace dei media mainstream che impartiscono lezioni ed emettono sentenze con l'aria di chi ha capito tutto. Anche se il più delle volte non hanno capito nulla.