Anche gli italiani dovranno farsi un esame di coscienza

18.04.2021

di Lorenzo Gioli

In queste settimane i giornali hanno parlato dei danni economici dovuti ai lockdown che il nostro Paese ha finora utilizzato per arginare il contagio, malgrado numerosi studi - come quello pubblicato sulla rivista Science - ne attestino l'inefficacia. Secondo l'Istat, nell'ultimo anno l'Italia ha perso 945 mila posti di lavoro, cifra esorbitante se si pensa a quanti ancora ne perderemo da qui ai prossimi dieci/quindici anni, quando il Covid sarà finito ma gli strascichi economici della crisi continueranno ad influire sulle nostre vite. Sì, di economia i media hanno parlato. Anche se troppo poco e troppo tardi. Ma c'è un aspetto di cui pochissimi si sono occupati: la totale disattenzione, a tratti disprezzo, della pubblica opinione verso il concetto stesso di Libertà. Pensiamo al Pd di Enrico Letta, presunto alfiere dei diritti civili. Sono tutti bravi a sventolare bandierine identitarie come lo Ius Soli o il voto ai sedicenni per mero calcolo elettorale, ma quando si tratta di incidere realmente sulla vita della popolazione, costretta da mesi a pesanti limitazioni, la Sinistra invoca chiusure indiscriminate bollando di negazionismo ogni voce eretica.

Ma torniamo al concetto di Libertà. Come dicevamo, pochissimi ne hanno parlato. Perché ormai noi italiani accettiamo tutto con una certa nonchalance: il coprifuoco, le zone rosse, la chiusura delle scuole. Misure che hanno adottato anche altri paesi, ma con una differenza di fondo: la comunicazione. In Germania, Angela Merkel ha parlato del lockdown come di una "decisione sofferta". Lo stesso hanno fatto, con altre parole, anche Boris Johnson ed Emmanuel Macron. In Italia, invece, fino a poche settimane fa le decisioni sono state prese con toni inquisitori, moralistici, illiberali. Perdipiù con il supporto acritico della stampa: abbiamo letto articolesse contro la movida e il "liberi tutti" e violente requisitorie  contro il "cazzeggio" dei cittadini.

Qualcuno - non mi riferisco a Draghi, che anzi si è impegnato a riaprire l'Italia, ma ad alcuni suoi ministri - dovrà rispondere politicamente dei propri errori. Dovrà risponderne non solo il governo precedente ma anche il centro-destra che nella prima fase dell'emergenza, invece di chiedere un graduale ritorno alla normalità, ha invocato maggiori ristori, assecondando la logica tutta italiana dell'assistenzialismo, senza spendere una parola su quanto stava avvenendo. E forse anche noi italiani, sempre buoni ad additare il colpevole dopo averlo osannato, dovremmo farci un esame di coscienza. Abbiamo barattato per un anno e mezzo la nostra libertà, il nostro buonsenso, la nostra autodeterminazione, la nostra capacità di discernere il bene dal male con il diritto alla salute. E solo adesso ce ne accorgiamo.