Manette agli evasori? Una falsa emergenza
di Lorenzo Gioli
Manette agli evasori. Questa è la formula con cui possiamo riassumere il contenuto della legge di Bilancio Pd-5S, frutto non di una particolare visione politica ma, ahimè, della volontà di aggredire la borghesia, gli artigiani, i commercianti, le piccole e medie imprese. Insomma, il famoso "ceto medio" che tutti i governi in carica da sei anni a questa parte - compreso quello giallo-verde - hanno scelto di sfavorire, preferendo puntare su misure assistenziali (dagli 80 euro di Renzi al Reddito di Cittadinanza) che per nulla hanno giovato al funzionamento dell'economia italiana.
Nel loro primo mese di governo, i giallo-rossi hanno ottenuto tre risultati:
1) l'esponenziale aumento degli sbarchi. Infatti, stando ai dati diffusi dal dipartimento Pubblica Sicurezza del Viminale, dal 1 all'11 settembre si è registrato l'arrivo di 717 migranti sulle nostre coste, circa il doppio di coloro che sono sbarcati in Italia nello stesso periodo dell'anno precedente, quando Salvini presiedeva ancora il Ministero degli Interni. Dirlo non significa idolatrare il leader della Lega, ma riportare dati oggettivi;
2) l'introduzione di tasse etiche per disincentivare il consumo di bevande gassate e zuccherate. Una scelta che rischia di costarci cara non solo da un punto di vista economico (a cosa serve "fare cassa" se poi non si investe il danaro acquisito in un'attività redditizia?) ma anche in termini di libertà individuale. Tocca, infatti, alle famiglie e non allo Stato educare i ragazzi a nutrirsi correttamente, a praticare attività sportive e ad avere uno stile di vita salubre;
3) l'inizio di una lotta-show all'evasione fiscale che - secondo grillini e Fatto Quotidiano - è insieme alla corruzione il problema dei problemi, l'origine dei nostri mali contro cui il governo vendicatore deve scagliarsi.
A tal proposito, a costo di sembrare impopolare, vorrei aprire una piccola parentesi. Molti organi di stampa omettono di ricordare che in Italia i grandi evasori costituiscono solo una piccola fetta di coloro che frodano il fisco. Siete a conoscenza del numero di persone a cui, paradossalmente, secondo i pasdaran grillini, dovremmo "mettere le manette"? Otto milioni. Otto milioni di persone che non fanno o fanno solo parzialmente la denuncia dei redditi.
Significa forse che nel nostro Paese ci sono otto milioni di delinquenti a piede libero? Certo che no. Sarebbe così se il nostro regime fiscale fosse equo ed efficiente, degno di una nazione civile in cui la percentuale di stipendio che un comune cittadino deve versare allo Stato sia molto inferiore alla metà. Invece, in Italia, un lavoratore dipendente deve rinunciare circa al 50% di ciò che guadagna lavorando onestamente. E la richiesta della flat tax al 15/23% viene vista quasi come un atto di presunzione, come il capriccio di una classe media che vive sulle spalle dei più deboli e che - ciononostante - si ostina a battere i pugni sul tavolo, esigendo maggiori privilegi.
Faccio mie le parole spese in merito a questo tema da Luigi Einaudi, Ministro delle Finanze del IV Governo De Gasperi e Presidente della Repubblica dal 1948 al 1955: "Che i contribuenti combattano una diuturna, incessante battaglia contro il fisco è cosa risaputa, ed è nella coscienza di tutti che la frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri finché le leggi tributarie rimarranno quali sono, vessatorie e pesantissime, e finché le sottili arti della frode rimarranno l'unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco".
Altro dato assai preoccupante: il nostro Paese si posiziona al 118° posto nella classifica relativa alla "facilità" di pagare le imposte. Non a caso, per ristrutturare un appartamento dobbiamo compilare decine e decine di scartoffie controllando che ogni modifica sia "in regola", cioè a norma di legge.
Si evince che l'evasione - escludendo le grandi multinazionali che versano tasse minime in Italia domiciliandosi nei paradisi fiscali - sia la conseguenza di un sistema inefficiente e ammalato di burocrazia, il vero male che una classe politica consapevole dovrebbe affrontare. Purtroppo, però, parlarne non fa audience. E pare che al giorno d'oggi l'audience sia l'unica cosa che conta.