l'Italia è caduta, ma si rialzerà
04.04.2020
di Francesco Michelini
L'Italia ce la farà e ce la farà nei migliori del modi. In un periodo come questo sono d'accordo che queste parole possano sembrare strane e suscitare la perplessità e il dubbio di qualcuno. Parliamoci chiaro: la situazione è grave e seria. Siamo fra i promi paesi al mondo per numero di contagi, abbiamo più di 15000 morti, gli ospedali stanno collassando, l'economia pure, manca il personale sanitario, l'Europa non aiuta e abbiamo una classe dirigente politica che non sa gestire la comunicazione, né prendere delle decisioni nette e adatte alla situazione. La soluzione in tutto ciò è unica: stare a casa. E' arrivato il momento di chiederci non cosa può fare il nostro Paese per noi ma che cosa possiamo fare noi per il nostro Paese. Di conseguenza, per dovere CIVILE prima ancora che morale dobbiamo rispettare le regole e le indicazioni dateci dagli esperti. Ma come dire che il nostro Paese si rialzerà e per di più nei migliori dei modi? Per rispondere alla domanda dobbiamo delineare la differenza tra Stato, ovvero l'istituzione caratterizzata da un apparato retto da un ordinamento giuridico, e Nazione, ovvero l'insieme di persone legate da uno stesso vincolo culturale e storico che pone fondamento in valori condivisi. Da un punto di vista statale la situazione si evolverà positivamente in base alle decisioni prese dal governo e alla prontezza e collaborazione che le Istituzioni metteranno a disposizione dei cittadini. Ci saranno gravi ripercussioni economiche comunque. In quanto alla Nazione, se non ce la facciamo noi non ce la fa nessuno; questo per 3 motivi principali:1) Nei momenti di emergenza tendiamo ad essere un Popolo Solidale. Non c'è migliore esempio che regga delle migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari che in queste giornate hanno spostato la loro vita negli Ospedali senza soluzione di continuità. Tutte le testimonianze dei ricoverati per Coronavirus hanno sottolineato l'efficienza, la generosità e l'altruismo mostrati da questi professionisti. Nessuno si è tirato indietro dalla fatica e ci sono foto e audio che girano tramite gli attuali mezzi di comunicazione che lo dimostrano chiaramente. Alla richiesta di nuovi medici, animatori, infermieri hanno risposto in migliaia. Mi auguro che in altri Paesi ci siano dottori disposti a lavorare tutto il giorno, per di più rischiando la propria vita in questo modo.
2) Siamo un Popolo, forse anche per il punto precedente, che da un punto di vista storico ha sempre dimostrato di saper reagire al meglio alle situazioni più difficili. Lo fummo ai tempi dei Romani, per esempio durante la Prima guerra punica di cui Montanelli dice in Storia di Roma: "Fu lì che si vide cos'era Roma. Essa non aveva né navi né marinai. In pochi mesi, per sforzo concorde di tutti i cittadini, approntò centoventi unità. Amilcare si trovò di fronte ai corvi. Perse un terzo delle sue truppe e fuggì." Lo fummo nel Medioevo, durante il quale facemmo conoscere al mondo grandi letterati. Lo fummo quando decidemmo di ribellarci al dominio delle potenze straniere, quando passammo da Caporetto a Vittorio Veneto e quando in pochissimo tempo trasformammo il nostro Stato da carattere "verticale" (totalitario) ad "orizzontale" (democratico). Per definizione storica siamo dunque un Popolo che se coeso e compatto è capace più di tanti altri di ribaltare la situazione. Per far sì che avvenga ciò in questo momento dobbiamo cominciare a prendere piena consapevolezza dei rischi del contagio e agire di conseguenza.
3) Un concetto importantissimo per gli antichi Greci che stava alla base della loro cultura era quello dell'imparare attraverso la sofferenza. La massima espressione di questo concetto ce l'ha data Eschilo per mezzo di due parole che sintetizzano in modo chiaro la personale esperienza di ciascuno di noi: pathei mathos (si impara soffrendo). Negli ultimi anni, ma anche negli ultimi secoli, siamo stati afflitti da numerose sofferenze, a partire da terremoti ad alluvioni passando per guerre e violenze che hanno tentato di metterci in ginocchio. Ma grazie a questi dolori abbiamo imparato. Vogliamo un esempio concreto? Il terrorismo. Quanto ha sofferto il nostro Paese, i nostri genitori e i nostri nonni per questo tipo di attività criminale? Non è forse un caso che ora in Italia disponiamo delle migliori forze antiterrorismo nel mondo. Lo dimostra la quantità di attentati subiti nell'ultimo periodo (ovvero nessuno...tocchiamo ferro). E' certo dunque che usciremo più forti da questa esperienza. Considerando quelle passate abbiamo più "armi", siano esse morali o concrete, da schierare contro l'emergenza a nostro favore.Quello che ora ci resta da fare è seguire le parole del nostro primo Presidente del Consiglio della Repubblica, Alcide De Gasperi :"Il primo nostro dovere è di batterci con tutte le nostre forze per la solidarietà e la ricostruzione nazionale." Abbiamo combattuto, siamo caduti, abbiamo pianto ma coesi ci siamo rialzati e abbiamo vinto. Coraggio Italia!