L'8 marzo è un simbolo di Libertà

15.03.2021

di Ottavia Colombo

L'8 marzo si festeggia la Giornata Internazionale della donna, ricorrenza istituita in Italia solo nel 1946 ̶ in altri Paesi era stata ufficializzata già nel 1921, pensate ̶ su iniziativa del Partito Comunista Italiano e dell'Unione delle Donne in Italia (UDI). A cosa serve? A ricordare le conquiste politiche, economiche e sociali raggiunte dalle donne ma anche tutti i passi ancora necessari da compiere perché il traguardo - il raggiungimento della parità dei sessi ̶ resta ancora molto distante.

E l'Italia, si sa, in questo campo ha un grande margine di miglioramento. Basti pensare che a livello legislativo, lo stupro è stato considerato un reato contro la persona solo nel 1996, vale a dire venticinque anni fa. Prima il bene giuridico da proteggere era la "moralità pubblica", fate un po' voi. Paragonata ad altri Paesi, l'Italia è indietro, sia a livello di mentalità collettiva, sia a livello di educazione inclusiva. Quando si smetterà di parlare di suffragio universale prima del 31 gennaio 1945, data in cui venne ufficialmente riconosciuto in Italia il diritto di voto alle donne? Quando si smetterà di parlare esclusivamente di Padri Costituenti e si lascerà spazio anche alle 21 Madri Costituenti che nel 1946 sono state elette e che hanno lavorato fianco a fianco con loro? Quando si inizieranno ad includere donne in quanto protagoniste attive nei programmi scolastici di Storia dell'Arte, Letteratura o Storia?

Il cambiamento parte da una presa di coscienza. E l'8 marzo è l'occasione perfetta per riflettere su tutto ciò che significa vivere in una società che è stata per secoli sbilanciata da una parte e che solo recentemente ha iniziato a cambiare e a diventare paritaria, femminista, universale.

Perché, citando Nilde Iotti ̶̶ prima donna politica italiana a ricoprire dal 1979 una delle tre massime cariche dello Stato, vale a dire la presidenza della Camera dei Deputati, e a mantenerla per ben tre legislature ̶̶ : esiste "quella metà del popolo italiano che ha pur qualcosa da dire, che ha lavorato con voi, con voi ha sofferto, ha resistito, ha combattuto, con voi ha vinto con armi talvolta diverse ma talvolta simili alle vostre e che ora con voi lotta".

Quella metà del popolo italiano dalla Seconda Guerra Mondiale pretende una voce, pretende rispetto, pretende esistenza. E ancora oggi, settantasette anni dopo, ciò non gli è completamente concesso. Gender gap, mancanza di una corretta rappresentazione in politica e nei libri di scuola, episodi di cat-calling, di violenza sessuale e non, di iper-sessualizzazione e oggettificazione sono solo alcuni dei punti che occorre riformare o a cui mettere la parola "fine".

E l'8 marzo, in cui affondano le radici della nostra allora neonata Repubblica, in cui per tradizione solo italiana profumano le mimose ̶̶ fiore scelto perché regalato sovente dai partigiani alle staffette, simbolo di una Resistenza ad un nemico comune, all'oppressione della libertà ̶̶ e in cui la voce delle donne è quella che si fa più sentire, è un ottimo punto da cui iniziare.